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MEDIO ORIENTE: ANCORA BOMBE ISRAELIANE IN PALESTINA E IN SIRIA

 
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Secondo il ministro della Difesa israeliano Katz, citato dal quotidiano Haaretz, sarebbe più vicino che mai un accordo tra Hamas e governo israeliano su tregua e scambio ostaggi-prigionieri. Intanto però Israele continua il genocidio del popolo palestinese, bombardando a tappeto infrastrutture e civili nella Striscia di Gaza: le forze di occupazione hanno bombardato un’altra scuola-rifugio dell’Unrwa a Khan Younis, uccidendo almeno 20 persone. Un altro edificio scolastico è stato colpito a Beit Hanoon. Qui sono state uccise 43 persone. Il bilancio dei morti ammazzati a Gaza ha ormai superato quota 45 mila. 52 soltanto nelle ultime 24 ore. I feriti dall’inizio dell’invasione israeliana sono quasi 107mila. Sono intanto suonate le sirene d’allarme a Tel Aviv a causa del lancio di un missile dallo Yemen. È stato intercettato e abbattuto.

Anche in Siria Israele continua ad avanzare sul terreno verso Damasco e bombardare dal cielo. Circa 20 i raid aerei israeliani nelle ultime ore in varie regioni siriane, per continuare la distruzione sistematica di qualsiasi arma del fu esercito del regime siriano rimasta sul territorio.

È la spartizione del paese per mano delle potenze NATO dopo il putsch anti-Assad. Da sud avanza Tel Aviv, a nord ne approfitta invece la Turchia di Erdogan. A nord-est l’Amministrazione autonoma confederale denuncia come imminente un attacco di invasione da parte di milizie jihadiste – tra cui molti ex miliziani di Daesh – ed esercito turco su Kobane, città simbolo della resistenza anti-Isis nel 2014 e della stessa rivoluzione del Rojava due anni prima. La comandante generale delle Ypj Rohilat Afrin ha fatto sapere che Ankara e le bande islamiste sue alleate stanno ammassando uomini e mezzi nelle vicinanze. “Ripeteremo la resistenza leggendaria del 2014”, ha però assicurato.

Nel frattempo il sedicente Esercito nazionale siriano e l’esercito turco continuano ad attaccare con artiglieria e bombardamenti aerei l’area della diga di Tishrin. Sul terreno sono già stati respinti a più riprese dalle Forze siriane democratiche. Con una conferenza stampa straordinaria che si è tenuta nella città araba di Raqqa, intanto, l’Amministrazione autonoma della Siria del nord-est ha presentato “L’iniziativa del dialogo siriano per costruire la nuova Siria”. Si tratta di un piano di 10 punti.

Intanto torna a farsi sentire, da Mosca, Bashar al Assad. Oggi ha affermato che la sua evacuazione da Damasco non è stata “premeditata” e che è stata richiesta dal Cremlino. In un comunicato, Assad afferma anche che ormai la Siria è “in mano ai terroristi”, queste le sue parole.

Il commento di Michele Giorgio, corrispondente da gerusalemme per Il Manifesto e direttore di Pagine Esteri. Ascolta o scarica

Ai nostri microfono anche il giornalista e collaboratore di Al Jazeera, Samir Al Qaryouti. Ascolta o scarica

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Anche in Siria Israele continua ad avanzare sul terreno verso Damasco e bombardare dal cielo. Circa 20 i raid aerei israeliani nelle ultime ore in varie regioni siriane, per continuare la distruzione sistematica di qualsiasi arma del fu esercito del regime siriano rimasta sul territorio.

È la spartizione del paese per mano delle potenze NATO dopo il putsch anti-Assad. Da sud avanza Tel Aviv, a nord ne approfitta invece la Turchia di Erdogan. A nord-est l’Amministrazione autonoma confederale denuncia come imminente un attacco di invasione da parte di milizie jihadiste – tra cui molti ex miliziani di Daesh – ed esercito turco su Kobane, città simbolo della resistenza anti-Isis nel 2014 e della stessa rivoluzione del Rojava due anni prima. La comandante generale delle Ypj Rohilat Afrin ha fatto sapere che Ankara e le bande islamiste sue alleate stanno ammassando uomini e mezzi nelle vicinanze. “Ripeteremo la resistenza leggendaria del 2014”, ha però assicurato.

Nel frattempo il sedicente Esercito nazionale siriano e l’esercito turco continuano ad attaccare con artiglieria e bombardamenti aerei l’area della diga di Tishrin. Sul terreno sono già stati respinti a più riprese dalle Forze siriane democratiche. Con una conferenza stampa straordinaria che si è tenuta nella città araba di Raqqa, intanto, l’Amministrazione autonoma della Siria del nord-est ha presentato “L’iniziativa del dialogo siriano per costruire la nuova Siria”. Si tratta di un piano di 10 punti.

Intanto torna a farsi sentire, da Mosca, Bashar al Assad. Oggi ha affermato che la sua evacuazione da Damasco non è stata “premeditata” e che è stata richiesta dal Cremlino. In un comunicato, Assad afferma anche che ormai la Siria è “in mano ai terroristi”, queste le sue parole.

Il commento di Michele Giorgio, corrispondente da gerusalemme per Il Manifesto e direttore di Pagine Esteri. Ascolta o scarica

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